Dal belvedere di Dubrovnik si vede il mare
azzurro, un mare bagnato dai tempi, dalla storia.
Dubrovnik è una città di vizio e piacere d’estate
e si addormenta d’inverno.
Le persone camminano serie per strada.
Mi chiedo perché non sorridono. Non capisco il
silenzio nel mezzo di un panorama pieno di luce e colori.
Gli abitanti sono stati marinai, poeti e
commercianti. Soggetti socievoli di natura, adesso diventati guide, addetti
alla reception o baristi di grossi ristoranti.
Dubrovnik guarda il mare e le sue mura mi
raccontano delle cose che nessuno si è domandato fino ad oggi.
Immagino le navi che partono. Le donne che
aspettano i mariti, i bambini che giocano a pallone in un pezzo di verde
sconosciuto.
Le bombe cascano d’improvviso.
Apro gli
occhi e mi accorgo della recente ferita ancora non guarita.
Daniela mi abbraccia e mi saluta con affetto.
Una lacrima scende tranquilla sulla mia guancia.
“Addio” le dico. E sono contenta di essere venuta qua,
nel freddo di febbraio che ghiaccia i cuori degli uomini che fanno la guerra.
1 comentario:
Miri muy bonito, pero si lo pudieras escribir en castellano me pareceria muchisimo mas bello jajajajaj, te lo agradecere
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