viernes, 22 de febrero de 2013

Dubrovnik



Dal belvedere di Dubrovnik si vede il mare azzurro, un mare bagnato dai tempi, dalla storia.
Dubrovnik è una città di vizio e piacere d’estate e si addormenta d’inverno.

Le persone camminano serie per strada.

Mi chiedo perché non sorridono. Non capisco il silenzio nel mezzo di un panorama pieno di luce e colori.

Gli abitanti sono stati marinai, poeti e commercianti. Soggetti socievoli di natura, adesso diventati guide, addetti alla reception o baristi di grossi ristoranti.

Dubrovnik guarda il mare e le sue mura mi raccontano delle cose che nessuno si è domandato fino ad oggi.

Immagino le navi che partono. Le donne che aspettano i mariti, i bambini che giocano a pallone in un pezzo di verde sconosciuto.

Le bombe cascano d’improvviso.

 Apro gli occhi e mi accorgo della recente ferita ancora non guarita.

Daniela mi abbraccia e mi saluta con affetto.

Una lacrima scende tranquilla sulla mia guancia.

“Addio” le dico. E sono contenta di essere venuta qua, nel freddo di febbraio che ghiaccia i cuori degli uomini che fanno la guerra.